Impedenziometro Handy e Bilancia Impedenziometrica Tanita

L’impedenziometria è una metodica non invasiva che consente di analizzare la composizione corporea in pochi secondi grazie alla rilevazione dell’impedenza, ovvero della “resistenza” opposta dall’organismo al passaggio di una corrente elettrica alternata di bassa frequenza. La corrente viene veicolata da elettrodi in gel posti sulle mani e sui piedi. Una corrente elettrica sinusoidale, applicata agli organismi viventi, evidenzia due strutture biologiche di differente comportamento fisico:

– i fluidi intra/extra cellulari (ICW-ECW) che si comportano come conduttori resistivi;

– le membrane cellulari che si comportano come conduttori reattivi.

I tessuti magri sono altamente conduttivi per l’alto contenuto in acqua ed elettroliti e oppongono una limitata resistenza alla corrente elettrica alternata. La membrana cellulare, caratterizzata da un doppio strato fosfolipidico non conduttivo, posto tra due strati di molecole proteiche conduttive, rende le cellule elementi reattivi che si comportano come condensatori quando ad esse viene applicata una corrente elettrica. La sperimentazione sull’uomo ha evidenziato la scarsa significatività del parametro reattanza e soprattutto il suo incerto significato biologico e clinico (Consensus Conference on BIA, NIH 1994). Impedenza ed angolo di fase sono gli unici parametri che definiscono il comportamento del corpo umano al passaggio della corrente, e ciò avviene con ottima riproducibilità nelle più svariate condizioni fisiopatologiche. Impedenza ed angolo di fase quindi rappresentanoparametri universali applicabili all’uomo indipendentemente dalla configurazione topologica del soggetto in esame. La compliance del paziente appare elevata grazie al plus tecnologico dell’indagine e alla completezza dei referti. L’impedenziometria si differenzia dalla tecnica plicometrica per la rapidità dell’indagine e per la possibilità di valutare l’acqua corporea altrimenti non indagabile. Le analisi plicometriche risultano elettive per la stima della densità corporea e della massa grassa; mentre quelle impedenziometricheper la stima dell’acqua corporea e  della  massa magra: due componenti che si completano vicendevolmente.

Mediante tale metodica è possibile valutare i seguenti parametri;

FM o Massa Grassa

La FM rappresenta la massa lipidica (trigliceridi) totale del corpo. Il compartimento del grasso corporeo, anidro, non contiene potassio ed ha una densità relativamente costante di 0.9 kg/L. E’ determinata in kg e nell’uomo di riferimento costituisce circa il 15 % del peso corporeo.

FFM o Massa Magra

La FFM (Fat-free Mass) rappresenta la massa ottenuta sottraendo dal peso il valore della FM. Essa rappresenta circa l’85% del peso corporeo, anatomicamente costituita da muscoli scheletrici (circa 40%), muscoli non scheletrici, tessuti magri e organi (circa il 35%), scheletro (circa il 10%).
Chimicamente, la FFM risulta composta di proteine (PM, 19 – 20%), acqua (TBW, 73%) minerali (MM, 6%) e glicogeno (Gn, 1%) e la sua densità è 1.1 kg / L. Essa ha un contenuto di potassio pari a 68.1 mEq/Kg nei maschi mentre nelle femmine è circa il 10% in meno. Un attento e continuo controllo della FFM, permette di mirare alla conservazione dei costituenti essenziali per lo stato di salute dell’organismo, quali: proteine, acqua, glicogeno, minerale osseo. Conoscere quale componente del peso corporeo e della FFM si modifica in funzione della malattia, o della terapia, è essenziale ai fini della buona gestione clinica del paziente.

TBW o Acqua Corporea Totale

L’acqua corporea totale (TBW) rappresenta il 60-62 % del peso, nell’uomo di riferimento, e il 56-58% nella donna di riferimento. Essa è la componente principale della FFM. In condizioni fisiologiche la percentuale sulla FFM può oscillare dal 67.4% al 77.5% in funzione dell’età e dello stato nutrizionale. In condizioni patologiche, i valori percentuale possono oscillare al di fuori del range sopra indicato, segnalando disidratazione (stress fisico-ambientale) o all’opposto sovra-idratazione (edema, malattie infettive e malnutrizione calorico-proteica, ad esempio).

ICW o Acqua Intracellulare – ECW o Acqua Extracellulare

Il 60% circa dell’acqua totale è ripartita nello spazio intracellulare (ICW o Intra Cellular Water) e il restante 40% è extracellulare (ECW o Extra Cellular Water). L’ICW, essendo il costituente principale della cellula, è anche un indicatore della massa metabolicamente attiva dell’organismo (BCM). Le sue modificazioni intervengono nella regolazione del metabolismo cellulare e delle funzioni corporee. Con l’età si potrebbe assistere ad una fisiologica contrazione dello spazio intracellulare e a una reciproca espansione di quello extracellulare, significanti una ridotta attività metabolica. La contrazione di ICW al di fuori del range fisiologico è spesso riconducibile a uno stato di sofferenza cellulare, determinato da fattori osmotici o da squilibri elettrolitici in genere; mentre l’espansione di ICW può essere dovuta a un difetto di attività delle pompe ioniche di membrana come nella malnutrizione primitiva e nella cirrosi pre-ascitica. L’ECW comprende l’acqua interstiziale (14% del peso corporeo ), plasmatica (4%), linfatica (1%) e transcellulare (1%). I liquidi pleurico, pericardico e peritoneale fanno parte dell’acqua transcellulare e la loro espansione è legata all’evoluzione di alcune condizioni cliniche. Studi recenti hanno inoltre dimostrato che l’espansione dell’ECW si associa spesso a livelli elevati di FAT%.

BCM o Massa Cellulare Corporea e ICM o Massa Cellulare Inerte

BCM, o body cell mass, costituisce la massa metabolicamente attiva. In realtà è una componente “teoretica” della FFM, essendo un insieme di ICW, di minerali intracellulari ed extracellulari che vengono scambiati a livello di membrana (Potassio, Sodio, Cloro..), e di macronutrienti (protidi, lipidi e glicidi). E’ la frazione della FFM (60%) che svolge il lavoro cellulare e, quindi, consuma ossigeno e produce CO2; mentre la frazione ICM (40%) viene considerata la massa inerte della FFM, con un costo metabolico nullo. In essa rientrano l’ECW e i minerali di struttura.
E’ difficile associare, a tali definizioni, specifiche componenti anatomiche o tissutali: si pensi al fatto che lo stesso tessuto adiposo ha, in condizioni fisiologiche, un’attività metabolica significatica, pari al 4% del metabolismo basale.